La Fondazione Dario Mellone.

La Fondazione Dario Mellone, nata nel 2002 dalla volontà di un gruppo di collezionisti, appassionati sostenitori dell’arte di Mellone, di comune accordo con Antonietta Consonni, vedova dell’artista, e con il riconoscimento giuridico della Prefettura di Milano, si è posta l’obiettivo di divulgare e promuovere la conoscenza dell’opera di Mellone, fino ad oggi non sufficientemente valorizzata dalla critica e dal sistema dell’arte.

Il primo impegno della Fondazione, nel 2003, è stata la realizzazione di un importante volume sul lavoro dell’artista, a cura di Paolo Biscottini ed edito da Skira. A partire dal 2006 sono poi state allestite diverse mostre antologiche, al Palazzo delle Stelline di Milano, al Museo Civico d’Arte Moderna-Palazzo Collicola di Spoleto, e al Museu de Belles Arts – Centre del Carmen di Valencia, ES (2007). Tutte queste rassegne sono state curate da Martina Corgnati.

Opere di Dario Mellone sono presenti nelle collezioni dei Musei di Spoleto, della Fondazione Corriere della Sera di Milano e in numerose altre raccolte pubbliche e private.

 


Il 21 settembre 2013 è stata inaugurata ufficialmente la sede museale presso Spazio Seicento / Villa Rescalli Villoresi in via Monti 7 a Busto Garolfo (Mi).

In data 16 gennaio 2018 è stato nominato, quale curatore della Fondazione Dario Mellone, il dottor Dario D’Auria.



 

Dario Mellone.

Dario Mellone è nato a Bologna nel 1929 ma è arrivato a Milano ancora bambino insieme ai genitori. Dopo la maturità scientifica e un personale percorso di iniziazione intellettuale condotto nella libreria della madre in piazza Missori, si iscrive allAccademia di Brera, dove frequenta le scuole serali, lavorando nel frattempo per diverse case editrici come grafico e disegnatore. L’Arch. Giò Ponti scopre il talento precoce di Dario Mellone e pubblica i suoi disegni sulla rivista Domus.

Nel 1950 avviene il decisivo incontro con Dino Buzzati, che gli offre di collaborare al paginone della Domenica del Corriere, eseguendo illustrazioni di architettura e disegni di piazze d’Italia. Incomincia così quel rapporto con il mondo dei giornali, della cronaca e dell’attualità che Dario Mellone coltiverà tutta la vita e che determinerà tanta parte delle sue amicizie e della sua immagine pubblica. Per oltre trent’anni infatti Mellone è l’apprezzato e intelligente illustratore e disegnatore del Corriere della Sera (dal 1967) ma al tempo stesso ha coltivato con dedizione e assoluta libertà la passione per l’arte e la pittura che lo accompagna sin da bambino, protetto dalla complicità di alcuni amici e della moglie Antonietta, anch’essa pittrice diplomata all’Accademia di Brera.

Nello studio di via San Marco nascono così cicli sorprendenti e tempestivi di opere delle seconde avanguardie che raccontano la difficile vicenda dell’umanità nell’epoca del predominio tecnico e meccanico: Figure nello spazio (1965-66), Uomini-prigione (anni Settanta), conturbanti Teste polimateriche e affascinanti Città-robot (1973-75). Uno di questi cicli, quello delle Strutture-cellulari, presenta affinità sorprendenti con i Cross-hatching di Jasper Johns, posteriori di qualche anno (quelli di Mellone sono eseguiti fra il 1967 e il 1969, quelli di Johns nel 1972). Un’affinità, tempestivamente notata da Francesca Bonazzoli, che sottende una significativa analogia di riflessione e di esigenza estetica fra i due artisti, oltreché la stringente attualità del lavoro di Mellone in quel momento cruciale di rinnovamento dei linguaggi e dei materiali dell’arte. Lo dimostrano anche le Figure biomorfe (1971-72), sculture realizzate con cavetti di plastica rosa che ricordano le composizioni “morbide” antiform di Eva Hesse e presentano pochi paralleli in Italia.

Nel 1963 Mellone partecipa a una collettiva al Palazzo della Permanente e successivamente tiene alcune personali, alla Galleria Sanpetronio di Bologna nel 1966, alla Galleria Braidense di Milano nel ‘78 e nell’87, al Museo di Milano nell’80 e alla Compagnia del Disegno, sempre a di Milano, nel 1995. Dario Mellone muore nella propria casa Studio di Milano il 23 dicembre 2000. All’indomani della sua scomparsa viene costituita la Fondazione Dario Mellone per la determinazione e la generosità di alcuni suoi amici e collezionisti. Ad oggi è stata realizzata un’importante monografia, a cura di Paolo Biscottini (Skira) e alcune importanti retrospettive, fra l’altro presso il Museo d’Arte Moderna di Spoleto, il Palazzo delle Stelline di Milano, il Museo del Carmen di Valencia (ES) e la sede del Corriere della Sera di Milano, tutte curate da Martina Corgnati.

Il 21 settembre 2013 è stato inaugurato dal prof. Rolando Bellini e dalle storiche d’arte Maddalena Tibertelli de Pisis e Giacinta Cavagna di Gualdana il ” Museo Dario Mellone”, aperto presso la Fondazione Villa Rescalli Villoresi di Busto Garolfo (MI), contenente le 60 opere più significative che il Maestro ha voluto che non venissero disperse perché rappresentative del proprio percorso artistico e di ricerca dal 1965 al 2000.

Nell’anno 2013 è stato pubblicato il Libro “Un Giorno nel tempo. Villa Rescalli Villoresi e Fondazione Mellone”, a cura di Valerio Villoresi (Congedo Editore).

Il Libro racconta la storia della seicentesca Villa Rescalli Villoresi, ora sede del Museo Dario Mellone, e le “Esperienze di un pittore tra umanesimo e tecnologia”, monografia prima d’ora inedita scritta dal Maestro nel 1995, cinque anni prima della sua scomparsa. Tale documento può essere letto come un atto di denuncia contro un Sistema influenzato in modo rilevante da Mercanti d’arte senza scrupoli e/o da Critici incompetenti che troppo spesso prediligono ragioni economiche a meriti artistici. L’interessante monografia spiega le “nove fasi” che hanno contraddistinto la prolifica attività del Maestro e testimonia come Mellone fosse artista a “tutto tondo”, tra gli ultimi esponenti delle neoavanguardie e precursore delle terze avanguardie. Come scrive Ferruccio De Bortoli, amico e a lungo suo direttore al Corriere della Sera – “credo che Dario Mellone avesse commesso il peggiore dei peccati per un artista: quello di anticipare troppo i tempi”.



 

Il Museo Dario Mellone.



 

Bibliografia.

Autore: Valerio Villoresi
Titolo: Un Giorno nel tempo. Villa Rescalli Villoresi e Fondazione Mellone
Edizione: Congedo 2013

Autore: Paolo Biscottini
Titolo: Dario Mellone
Edizione: Skira milano 2003

Autore: Martina Corgnati
Titolo: Dario Mellone, Antologica
Edizione: EffeErre Milano 2006

Autore: Luigi Cavadini
Titolo: DARIO MELLONE dipinti 1995-1998
Milano, 1998

Autore: Maurizio Cecchetti
Titolo: Dario Mellone “teste e figure” 1990-1995
Edizione: Medusa
Cesena, 1995

Autore: Maurizio Cecchetti
Titolo: Dario Mellone “teste e figure” 1990-1995
Edizione: Compagnia del disegno
Milano, 1995

Autore: Luigi Cavadini
Titolo: DARIO MELLONE situazioni dinamiche 1990-1992
Cinisello Balsamo, 1993

Autore: Luigi Cavadini
Titolo: DARIO MELLONE trilogia polimaterica 1967-1976
Cinisello Balsamo, 1993

Autore: Dario Mellone
Titolo: DARIO MELLONE le macchine ammonimento
Comune di Milano – ripartizione cultura 1980



 

Interventi Critici.

I volti di Dario Mellone - Dario D’Auria

Avvicinarsi ad un Artista, a pochi centimetri dalle sue opere, scatena emozioni e riflessioni profonde che nessuna immagine riprodotta può destare.

L’opportunità di farlo in un contesto dedicato esclusivamente a lui, quale è Villa Rescalli – Villoresi amplifica questa condizione.

Dario Mellone è senz’altro un artista ribelle da annoverare tra i filosofi dell’arte, perchè è stato in grado di anticipare delle tematiche proprie della Transavanguardia e che, prima, erano passate in sordina nella stessa Avanguardia, movimenti più o meno spontanei, ma sempre supportati da critica e diffusione mediatica, talvolta interessata .

La sua unicità è la ribellione a stereotipi contemporanei e futuri, guidata da una capacità tecnica e di gestione del disegno difficilmente riscontrabile.

Comunicare questa sua ribellione, senza tagliare tele o stravolgere in maniera surreale l’architettura dei suoi lavori, ha contribuito in noi, lettori della sua arte, a mitigare quel sentimento d’ansia che spesso altri artisti ci impongono.

Ansia che certamente lo circondava nello sviluppo di quella che era ed è la città italiana più importante per lo sviluppo industriale e non solo, ma dalla quale non si è fatto sopraffare.

Lo dimostra la chiara visualizzazione dei meccanismi industriali e metropolitani riportati in tela o su lavori tridimensionali, sfidando la costruzione che ne veniva fatta anche oltre Oceano e riuscendo a tenersi lontano da qualsiasi rimembranza simbolista.

Nelle sue figure dipinte, soprattutto nelle teste, non si percepisce alcuna drammaticità o inevitabile surreale, ma la sfida, nella trasfigurazione comunicata, dell’elemento umano che rimane immobile, ironico, davanti alla trasformazione dei tempi.

La macchina non è il nemico dell’uomo ma accrescitrice di potere che si fonde con lui.

La superiorità dell’uomo è palese e soprattutto la consapevolezza della superiorità dell’anima in tutte le circostanze creative dell’Arte.

Questa è la vera ribellione.

 

 


Fra umanesimo e tecnologia - Paolo Biscottini

La revisione del XX secolo è iniziata ancor prima che esso terminasse. E del resto è noto che la rilettura del tempo ci consente l’identificazione di cronologie del tutto indifferenti allo sviluppo storico degli eventi. Così è legittimo parlare di ere o di epoche senza necessariamente scivolare nella genericità, ma anzi specificamente, riconducendo i tempi a un loro sviluppo ora antropologico, ora sociale ora ideologico, spesso economico, molte volte anche artistico.

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Dario Mellone Pittore - Martina Corgnati

Lasciando spaziare lo sguardo a volo d’uccello sulle ricerche artistiche e sulla produzione del secolo appena trascorso, riconosciamo con una certa frequenza presenze che si caratterizzano per associare la dimensione creativa a quella speculativa, l’arte alla scienza, il pensiero alle forme. Fra queste presenze, minoritarie ma in qualche misura ricorrenti, si annovera quella di Dario Mellone, inventore di immagini discreto e schivo, il cui lungo, intenso e a tratti entusiasmante percorso creativo si è consumato tutto in una riservatezza quasi monastica, lontano da qualunque protagonismo o presenzialismo, all’ombra di una professione affine ma diversa come quella di illustratore per il “Corriere della Sera”.

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Esposizioni passate.

Dal 2006 al 2013

2013, 21 settembre
Busto Garolfo (Milano) presso Villa Rescalli Villoresi
INAUGURAZIONE sede museale Fondazione Mellone

2009, 22 giugno – 7 luglio

Milano, Fondazione Corriere della Sera, Sala Buzzati
DARIO MELLONE RITORNA AL “CORRIERE”
a cura di Martina Corgnati

2007
Valencia, Centre del Carmen, Museu de Belles Arts
DARIO MELLONE Antologia
a cura di Martina Corgnati

2006
Spoleto, Palazzo Collicola, Galleria Civica d’Arte Moderna
DARIO MELLONE Antologia
a cura di Martina Corgnati

2006
Milano, Palazzo delle Stelliene, Sala del Collezionista
DARIO MELLONE Antologia
a cura di Martina Corgnati

 

Contattaci.

FONDAZIONE DARIO MELLONE
C.F. 97309710156 – Prefettura di Milano n. 340-595-2
SEDE e MUSEO: Via Vincenzo Monti, 7 – 20020 Busto Garolfo (Mi)

Il Museo Dario Mellone e’ aperto al pubblico nei giorni: martedi’ e mercoledi’ dalle ore 14.00 alle ore 19.00

e previa prenotazione:

e-mail: curatore.fondazionemellone@gmail.com; vfvcons@studiopvc.com