La Villa.

La villa, voluta dalla famiglia Rescalli (conti di San Vittore Olona) è da attribuire all’architetto Domenico Valmagini, che ripropone soluzioni tipiche della villa piacentina e parmense in quanto fu egli stesso l’architetto di corte dal 1679 del duca Ranuccio Farnese e molto attivo in Lombardia, a Milano e dintorni. Tra i suoi progetti è presente Palazzo Litta in corso Magenta e Villa Litta Visconti Borromeo a Lainate per il Conte Giulio Visconti Borromeo Arese.

La famiglia Rescalli di origine cremonese deve la propria fortuna agli appalti per la riscossione delle imposte da parte del governo spagnolo in Lombardia e successivamente con Pietro Antonio Rescalli inizia una dinastia di banchieri.

Situata in centro al paese, presso Piazza Lombardia, la villa ha origini seicentesche e presenta uno schema ad “U”.

Il complesso della villa è costituito dal corpo principale destinato all’abitazione nobile e da corpi di fabbrica rustici addossati alle ali della villa (originariamente ospitanti le abitazioni di servizio ed i luoghi di lavoro).

La corte nobile è delimitata su tre lati da un ampio portico con archi a sesto ribassato sostenuti da eleganti colonne in granito mentre ai piani le finestre sono abbellite da cornici in rilievo. Il sottogronda concavo richiama particolarmente edifici più antichi di fine ‘500. All’angolo sud-est si eleva un’elegante torretta gentilizia di belvedere poi trasformata nell’Ottocento in colombaia.

Il salone d’onore della villa, fulcro prospettico dalla piazza al parco, presenta ancora la pavimentazione originale in seminato veneziano. Il soffitto è in legno a vista con cassettoni decorati. L’arredamento esposto non è quello originale in quanto negli anni ’70, un furto privò l’edificio dei mobili d’epoca. Si salvarono alcuni dipinti perchè riparati in altre sedi tra cui la Vergine con bambino e Santi, un tempo pala d’altare della cappella gentilizia annessa alla villa, attualmente in restauro. Il dipinto di forma ovale è un’opera tardo seicentesca che raffigura una sacra conversazione tra la Vergine e i Santi Antonio da Padova, Teresa d’Avila e Ignazio di Loyola fondatore dei gesuiti.

A sinistra del salone d’onore, si trova la sala studio contenente diversi cimeli e ricordi della famiglia attualmente proprietaria della villa, i Villoresi. Infatti, nel 1873 i Bellotti vendettero la proprietà all’avvocato Baldassarre Beretta la cui figlia vent’anni dopo sposò Giuseppe Villoresi.

 

 

La famiglia Villoresi, di origine toscana, ha una lunga tradizione legata ai parchi monumentali. Gian Domenico Villoresi vissuto nel ‘700 che fu al servizio del granduca Leopoldo d’Asburgo Lorena e fu l’autore della sistemazione del Giardino di Boboli a Firenze. In seguito, il figlio venne invece chiamato dal marchese Cusani di Desio per occuparsi della sua residenza. La storia dei Villoresi continua così in territorio lombardo distinguendosi nell’arte dei giardini e nella botanica: Luigi fu chiamato a Monza dal vicerè Eugène Beauharnais per lavorare ai giardini di Villa Reale, a Milano per occuparsi del parco della Villa Belgiojoso e a Bellagio per quelli della villa Melzi d’Eril. Luigi Villoresi fondò anche la prima scuola botanica in Lombardia. La sua discendenza fu numerosa, ebbe infatti otto figli. In particolare si ricordano Padre Luigi Villoresi, illustre barnabita fondatore di un collegio a Monza tuttora esistente e che porta il suo nome, Eugenio, ingegnere, progettista dell’omonimo canale.

Il canale venne pensato da Eugenio con lo scopo di irrigare il territorio dell’Alto Milanese, preservandolo dalla siccità. Il corso d’acqua misura lungo 86 km, dalla diga del Pan Perduto (Somma Lombardo) alla Martesana (Cassano d’Adda). La città di Milano tributò a lui il massimo degli onori scrivendo il suo nome nel famedio del Cimitero Monumentale, intitolando una strada ed erigendo un monumento oggi di fronte al Politecnico di Milano in piazza Leonardo da Vinci.

Giuseppe e Luigi, figli di Eugenio, terminarono i lavori del canale e, in seguito, costruirono la funicolare Como-Brunate.

Altra importante figura è Emilia Villoresi, poetessa e scrittrice recentemente ricordata con la pubblicazione di un libro che raccoglie le sue poesie.

Più famoso per meriti sportivi è il pilota di Formula Uno Gigi Villoresi. Nipote di Eugenio, iniziò a correre nel 1931 in gare locali con una Lancia. Due anni dopo con una Fiat 508 Balilla, corse la sua prima mille miglia e fu notato successivamente da Ernesto Maserati durante una gara a cui arrivò sesto proprio con una Maserati. Fece quindi parte fino al 1949 della scuderia Maserati con la quale nel ’37 vinse per la prima volta un gran premio a Brno. Corse con Ascari e venne anche invitato da Enzo Ferrari per il quale corse più volte registrando importanti successi.

Corti rustiche

Le corti rustiche sono molto interessanti in quanto rappresentano una testimonianza della vita agricola e delle attività contadine che vi venivano svolte nei secoli passati. Nella corte ad ovest veniva lavorata l’uva per la produzione e conservazione del vino.

L‘antico torchio colossale che reca la data 1792 trave 14 metri è la testimonianza che rimane dell’ampia tradizione vinicola di queste zone prima che la filossera distruggesse le coltivazioni di viti e l’avvento del canale portasse nuova vita con le coltivazioni di cereali e granoturco che al contrario dei vigneti abbisognavano di costante irrigazione. I vini di queste zone erano molto apprezzati e questo ci è tramandato in particolare da una composizione del grande poeta dialettale Carlo Porta che nel 1810 in pieno periodo napoleonico così scriveva:

quij mostos — nett e s’cett e salaa
de Suigh, de Biassonn, de Casaa,
de Bust piccol, Buscaa, Parabiagh,
de Mombell, de Cassan, Noeuva e Des,
de Maggenta, de Arlaa, de Vares,
e olter milla million — de vin bon,
che, s’el riva a saggiaj el patron,
nol ne bev mai pù on gott forestee;
(Poesia di Carlo Porta, Brindes de Meneghin a l’ostaria, 1810)


 

Il Giardino.